La tecnologia digitale ha cambiato le carte in tavola, perché rispetto al vecchio modello è istantanea e interdisciplinare. Per spiegare la cosa in termini pratici, possiamo rapportarla all’avvento della stampa, che a suo tempo rivoluzionò l’idea di comunicazione, stravolgendo la produzione e la distribuzione di immagini e scritti.
Come un tempo la stampa favorì le capacità di scrittura e lettura della massa, oggi il digitale è portatore di una nuova forma di alfabetizzazione visiva che determina un nuovo modello di comunicazione.
Alfabetizzazione visiva e nuovi modelli comunicativi
In virtù di questo nuovo modello comunicativo portato dalla digitalizzazione – e dall’avvento di Internet, anche gli artisti hanno bisogno di ridefinire i propri termini in un mondo che scambia informazioni in modo diverso al precedente, quello analogico.
In poche parole, cambia anche l’educazione artistica, cambiano le prospettive nel campo dell’arte visiva e del design.
Come cambia e cosa resta uguale nel ruolo dell’artista
Che cosa fa un’artista? Tra le tante risposte che potremmo dare, la più semplice è questa: crea opere d’arte, attraverso una tecnologia. Dalla pitture rupestri, dove il tipo di immagine iconica faceva riferimento a un oggetto fisico, e la tecnologia era data dallo strumento maneggiato dall’artista, fino ai giorni nostri, dove un click o un software contribuiscono allo sviluppo creativo non meno di un rozzo scalpello. Passando ovviamente dal Rinascimento, periodo in cui le storie più complesse venivano rappresentate attraverso la tecnologia della pittura a olio, e il livello di alfabetizzazione per comprendere l’opera e il suo significato era già elevato.
Il bisogno e il desiderio di interpretare e rappresentare, insomma, è rimasto immutato nei secoli. Sono cambiate soltanto i materiali e gli strumenti.
Arte e modernismo, un binomio indissolubile
A volte dimentichiamo che l’arte visiva ha sempre vissuto del connubio tra concetto e l’artigianato. La tecnologia a disposizione dell’artista ha da sempre influenzato la produzione artistica della sua epoca, e allo stesso modo gli artisti si sono sempre affidati, volontariamente o meno, a un’alfabetizzazione condivisa per la produzione, per l’accettazione e per la critica delle loro opere.
La trasformazione da analogico a digitale va quindi osservata da una prospettiva storica di continuità con il passato: la tecnologia porta con sé nuove lingue e nuove informazioni, da sempre.
Arte visiva e design nell’era del digitale
Se fino ad adesso ci siamo soffermati sulle analogie e sulla continuità storica con le trasformazioni tecnologiche del passato, dobbiamo d’altra parte anche sottolinearne le differenze. Tra tutte, la più importante è che l’alfabetizzazione visiva nell’era elettronica, con la tecnologia digitale, genera nuove definizioni anche per quanto riguarda il tempo e lo spazio, oltre al senso di quello che definiamo comunità.
Nuove prospettive nell’era digitale
La sfida dell’artista, per quanto riguarda arti visive e design, è nel confronto con le idee che fino ad oggi sono state ferme e immutate, soprattutto per quanto riguarda concetti di fondo e assunti di partenza. Anche le gallerie, i musei, oltre alle scuole, dovranno reinventarsi, assumendo un ruolo nuovo nel mondo dell’era digitale
Come abbiamo visto, l’artista del futuro dovrà cambiare radicalmente la prospettiva di arte visiva, nella stessa direzione in cui le rivoluzione tecnologiche del passato hanno cambiato il mondo, ma stavolta avrà a disposizione strumenti trasversali che aprono nuove prospettive sia in seno alla produzione che alla comunicazione dell’opera, nonché alla sua diffusione.